Background
La Costa d’Avorio ottiene l’indipendenza dalla Francia nel 1960 ed il primo Presidente, Félix Houphouët-Boigny, rimane in carica fino al 1990 contribuendo allo sviluppo economico del paese. Ciò nonostante, nei decenni successivi si instaura nel Paese una fase di declino che culmina nel 1999 con il colpo di stato militare ed in due successive guerre civili, rispettivamente nel 2002 e nel 2011, sotto la presidenza Laurent Gbagbo. La crisi del Paese del 2010-2011 entra sotto i riflettori della della Corte Penale Internazionale (ICC) la quale esercita giurisdizione sul paese dal 2002, per i trascorsi di violazione di diritti umani durante le violenze post elettorali ed in particolare, gli attacchi sistematici verso i civili, l’eccessivo uso della forza per disperdere i protestanti, arresti arbitrari, scomparse di individui e stupri. Nell’agosto 2015 il Consiglio dei Diritti Umani tratta il tema della violazione dei diritti umani commessa dai mercenari durante il conflitto, responsabili per gravi violazioni quali uccisioni di massa, stupro, tortura, scomparsa forzata di individui e rapimento; nonostante l’iniziativa positiva dimostrata e la generale consapevolezza circa le azioni commesse, continua ad essere assente un’assistenza legale effettiva alle vittime, così come i perpetratori delle violenze rimangono impuniti. Secondo Amnesty International la situazione post-crisi dello Stato rimane instabile, così come rimane prevedibile un ulteriore collasso dovuto all’incertezza del contesto politico.
Negli ultimi 5 anni numerosi episodi di violenza hanno colpito il Golfo di Guinea, sede della Costa d’Avorio, provocando come minimo 1000 morti e 860000 partenze forzate dal paese. Secondo le Nazioni Unite, episodi di attacchi jihadisti in Burkina Faso, Mali e Niger hanno subito una notevole incremento, portando ad estendere le violenze fino nel Golfo di Guinea.
In tale contesto, il numero di Ivoriani in fuga dal paese è significante aumentato fino a raggiungere la vetta di 8000 rifugiati nei paesi adiacenti e 1401 sbarcati sul suolo Italiano. Fin dal 2018 l’Italia ha ricevuto 1668 richieste di protezione umanitaria provenienti da cittadini Ivoriani.
Storicamente le relazioni tra l’Italia e la Costa d’Avorio hanno riguardato principalmente questioni economiche data la massiccia presenza sul luogo di attori imprenditoriali quali ENI. Nel 2014, dopo 20 anni di pausa, avviene la prima visita da parte dell’allora Ministro degli affari Esteri, Emma Bonino. Poco più tardi, nel 2016, Paolo Gentiloni, al tempo Ministro degli affari Esteri, incontra il Presidente Alassane Outtara, nell’ottica di consolidare ed intensificare le relazioni bilaterali tra i Paesi in campo sia economico che migratorio. Più di recente, nel 2019, Roma ospita vari incontri tra i rappresentanti della polizia Ivoriana nel contesto dell’accordo bilaterale tra il Dipartimento di Pubblica Difesa e i Paesi Africani; già nel 2015 la polizia Italiana aveva predisposto un Accordo Tecnico individuando agili meccanismi di identificazione dei migranti, insieme con una serie di misure arafforzamento delle capacità della polizia Ivoriana (assistenza tecnica e addestramento) nella cooperazione alla lotta delle reti criminali operanti traffico di migranti ed esseri umani.
In prospettiva europea, il dialogo con la Costa d’Avorio è considerevolmente cresciuto con il Vertice di La Valletta del 2015, per via degli sforzi reciproci ad un approccio unitario circa i flussi migratori. Il dialogo in materia è ancora aperto e si focalizza principalmente alla lotta contro la migrazione illegale.
L’Unione Europea, in ossequio agli obbiettivi della Strategia Nationale sulla Politica Migratoria 2014-2024, lavora alla implementazione entro il territorio della Costa d’Avorio delle priorità fissate nel Piano d’azione La Valletta. Tali argomenti vengono ripresi dalla Dichiarazione di Intenti ad oggetto.
- Affrontare le cause della migrazione (attraverso il supporto alla crescita economica)
- Cooperazione nel campo della migrazione legale (ricongiungimento familiare, visto di studio e di breve periodo) contrastare l’alto tasso di falsificazione di documenti e monitorare i movimenti di beni e persone attraverso le frontiere.
- Ridurre le tensioni ad occidente, sopportare i gruppi più vulnerabili e l’approvvigionamento di cibo, a tal fine vengono stanziati 35 milioni di euro per il periodo 2012-2015.
- Prevenire la migrazione illegale, traffico di migranti clandestini ed esseri umani, attraverso il rafforzamento del controllo delle frontiere ed iniziative designate ad accrescere la sensibilizzazione circa gli svantaggi della migrazione illegale.
- Implementare una politica effettiva di riammissione e reintegrazione dei migranti irregolari in Costa d’Avorio.
Infine, l’Unione Europea supporta il Governo Ivoriano nei suoi sforzi per una migliore struttura e gestione delle migrazioni, in special modo circa i programmi di riammissione e reinserimento, attraverso gli aiuti economici resi con il Fondo Fiduciario Europeo.
Nome
Dichiarazione di Intenti del Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana e del Ministro della Sicurezza e della Protezione Civile della Repubblica della Costa d’Avorio per il rafforzamento della cooperazione in materia di migrazione e di sicurezza
Procedura
La Dichiarazione di Intenti segue una procedura di conclusione semplificata.
Parti
Il Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana, Luciana Lamorgese, ed il Ministri della Sicurezza e Protezione Civile della Repubblica della Costa d’Avorio, Vagondo Diomandè.
Firma
Roma, 31 Gennaio 2020.
Base Legale
La Dichiarazione d’Intenti non fa alcun riferimento ad un precedente Accordo Quadro circa la materia intercorrente tra le Parti. (La Dichiarazione di Intenti è apparentemente autosufficiente).
Obiettivi
Considerate le relazioni geopolitiche e sociali tra gli Stati, con la Dichiarazione d’Intenti ad oggetto, le Parti dichiarano di sviluppare la cooperazione nei campi della migrazione e della sicurezza.
Al contempo si dichiarano intenzionate a stabilire una cooperazione economica a supporto dello sviluppo locale della Costa d’Avorio attraverso:
- sostegno scolastico e professionale ai cittadini Ivoriani
- sviluppo delle opportunità economiche a livello locale
- promozione della coesione sociale e scambio di pratiche positive e fruttuose
Contenuto
Migrazione:
- Il supporto alla creazione ed il miglioramento di qualità della vita del paese di origine o transito, la lotta al traffico di migranti, di esseri umani ed il rispetto dei diritti umani, la creazione di alternative economiche e l’effettivo funzionamento dei controlli di frontiera,
- L’interscambio di informazioni sui flussi migratori e dell’esperienza in controlli di frontiera, sulla lotta alla migrazione illegale e circa l’integrazione di migranti regolari ed irregolari,
- Realizzazione di procedure di rimpatrio di cittadini Ivoriani irregolari attraverso la loro identificazione da parte delle autorità presso le ambasciate della Costa d’Avorio in Italia ( addetti per la sicurezza interna e uffici consolari),
- Valutazione dei risultati delle procedure di identificazione e rimpatrio, circa l’opportunità di implementazione di programmi di assistenza tecnica per il rafforzamento dei controlli di frontiera Ivoriani,
- Promozione di iniziative per la reintegrazione sociale ed economica dei cittadini Ivoriani rimpatriati.
Lodando l’azione del Ministero dell’interno Italiano, OIM, UNICEF, ONG italiane ed Ivoriane, una serie di progetti che mirano a:
- offrire alternative all migrazione illegale, facilitando l’accesso a opportunità economiche locali,
- Assistente la reintegrazione dei migranti Ivoriani nella loro regione di origine attraverso la creazione di nuove opportunità di lavoro e di coesione sociale,
- Incremento della capacità dei consigli locali alla lotta della migrazione irregolare,
- Realizzazione di forme di cooperazione per minori non accompagnati,
A tal proposito il Ministro Ivoriano ringrazia circa il beneficio della Costa d’Avorio dell’approvvigionamento pubblico per il progetto di cooperazione e sviluppo dei paesi terzi, finanziato dal Ministero dell’Interno Italiano.
Sicurezza:
A: intensificare le misure di prevenzione, lotta e scambio di informazioni, formazione, pratiche circa: criminalità transnazionale, criminalità organizzata, criminalità informatica, traffico di stupefacenti ed armi, tratta di esseri umani, migrazione irregolare e terrorismo internazionale.
B: Collaborazione nella prevenzione dei suddetti fenomeni
C: intensificazione dei programmi di scambio di esperti in sicurezza
D: Miglioramento della cooperazione di polizia tra i due paesi, attraverso la creazione di commissioni miste intese a riunirsi una volta l’anno in uno dei due Stati.
Disposizioni Finali
La concreta applicazioni delle misure descritte nella Dichiarazione è demandata a seguenti Protocolli Tecnici, i quali non vengono pubblicati.
Casi e diritto derivato (cfr. Applicazione)
Nel contesto della Missione Internazionale 2020 condotta dall’Italia, il Governo stanzia nel Golfo di Guinea (Nigeria, Ghana, Costa d’Avorio) un dispositivo aeronavale a presidio, sorveglianza e sicurezza della regione.
Questioni Critiche
La Dichiarazione d’Intenti opta per una struttura simile a quella di un Accordo Quadro, facendo riferimento, in termini generali, a vari aspetti della cooperazione nei campi della migrazione e della sicurezza. Considerando che gli Accordi Quadro generano la base legale per i seguenti accordi di dettaglio conclusi in forma semplificata, generalmente questi vengono conclusi in forma solenne. La Dichiarazione di Intenti in esame è conclusa in forma semplificata ed utilizza un registro di termini generali, il quale la rende somigliante piuttosto ad una dichiarazione politica. In ogni caso, la Dichiarazione è intesa produrre effetti legali e a rendere operativi i rimpatri dei cittadini terzi.
Non viene fatto riferimento ad effettive procedure di rimpatrio, quanto piuttosto a Protocolli Tecnici che però non vengono resi noti. Dal momento in cui le procedure di rimpatrio non vengono coperte dalla Dichiarazione ad oggetto, si presume che tale compito chiave venga demandato al Dipartimento di Polizia, sollevando dunque questioni circa la responsabilità di quest’ultimo.
All’interno del testo viene fatto un solo e generico riferimento ai diritti umani ed a quelli fondamentali, nonostante la situazione della Costa d’Avorio sia estremamente instabile ed il rimpatrio verso il paese possa ragionevolmente esporre a violazioni dei diritti dei soggetti. Tale ultimo aspetto solleva preoccupazioni, per via della poca trasparenza circa la procedura prevista dai Protocolli Tecnici del Dipartimento di Polizia, i quali non vengono pubblicati.